L’ITALIA BARCOLLA E NON PERDE I SENSI

L’ITALIA BARCOLLA E NON PERDE I SENSI

FIRENZE L’Italia s’inceppa e non riparte, interrompendo la serie di 11 vittorie di fila. Il pari al Franchi, in casa, e ancora in Nations League. Proprio come l’ultimo, 17 novembre del 2018 a San Siro contro il Portogallo. A fermarla, negandogli il 1° successo nella nuova stagione e a 291 giorni dal 9-1 contro l’Armenia a Palermo, è la Bosnia e proprio quel Dzeko che la Juve e forse anche l’inter vorrebbero per il prossimo campionato, togliendolo alla Roma di Fonseca. È lui a spaventare la Nazionale con la rete del vantaggio e guidare da capitano i suoi compagni. Il pari degli azzurri è comunque meritato. Ma Mancini sa bene che il suo gruppo è ancora lontano dalla condizione migliore. E qualche giocatore deve riattaccare la spina dopo l’insolita estate passata in campo e al caldo.
GAFFE INIZIALE
Acerbi titolare e Chiellini in panchina. La novità è ingombrante, ma sorprende anche Mancini. Il capitano è titolare per il ct, accanto a Bonucci. Nella distina di gara, però, non c’è. A fine gara, anche per smontare il caso, dirà che non lo ha voluto rischiare. Ma il difensore ha partecipato al riscaldamento pre partita e all’allenamento nel post. Fuori anche Jorginho, in ritardo: il regista è Sensi (ultimo match da titolare il 12 febbraio nella semifinale d’andata di Coppa Italia), con Lorenzo Pellegrini e Barella ad accompagnarlo nel pressing e nell’impostazione. Ma l’Italia è ancora in rodaggio, con gran parte degli interpreti che sono appena rientrati dalle ferie. Imballati e quindi lenti, essendo impiegati nella preparazione precampionato, a differenza dei rivali, alcuni dei quali con già 6 partite nelle gambe del nuovo torneo.
SENZA EFFICACIA
Bajevic, 71 anni, va sul semplice con il suo 4-3-3. Lancione su Dzeko che deve smistare sulle fasce. Di testa e di piede. Visca e Hodzic raccolgono il messaggio dell’erede di Prosinecki, tornato in panchina dopo 8 anni vissuti da manager in Grecia. L’Italia non ha la forza di aggredire: è statica e di conseguenza scontata. L’unico tiro nello specchio della porta è di Belotti al minuto 34: da fuori, lento e banale. Il gesto migliore del centravanti è nell’altra area, quando va a chiudere Dzeko. Gli azzurri, comunque, non rischiano: Florenzi è bloccato a destra, Bonucci e Acerbi non sbandano. Da dietro spinge Biraghi, ma davanti a lui c’è Insigne in altalena. A destra Chiesa fa confusione e quando ha la chance per calciare di destro fa cilecca.
TIMBRO DI CAPITANO
La ripresa offre almeno più chance. Subito palo di Hodzic su distrazione di Florenzi e uscita a vanvera di Donnarumma, Anche Insigne, di testa, ne prende uno, su iniziativa di Pellegrini e cross di Chiesa. Il più vivac è Barella, il più concreto Dzeko che, su corner e dopo la torre di Sunijc, fa centro di sinistro per il suo 59° gol in Nazionale. Lo tiene in gioco Biraghi che è lento nella lettura dell’azione. Acerbi si perde invece il centravanti. Il pareggio, però, arriva presto: in 11 minuti. Sensi si sveglia all’improssivo e, approfittando della leggera deviazione di Sunijc, lascia il segno e soprattutto si riabilita. L’Italia, pur subemndo qualche contropiede, fanno la partita e cercano il 12° successo consecutivo. Più spigliato il palleggio. E aumenta il dinamismo. Entrano Zaniolo per Chiesa, Immobile per Belotti e Kean per Pellegrini. A vincere è invece l’Olanda che in casa ha superato la Polonia (1-0) con la rete di Bergwijin. Lunedì sera ad Amsterma lo scontro diretto già decisivo per il gruppo 1.

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